Eccomi…

Mi chiamo Francesco Graziano.
Vivo sulle colline Astigiane, qui sono nato e cresciuto.

Sono geometra (come papà), ma devo ammettere che il mestiere “puro” del geometra non mi ha mai affascinato un granché.

Non avrei resistito rinchiuso tra le quattro mura di un ufficio, tutto il giorno, tutti i giorni. Questo l’avevo capito quasi subito.

Infatti, durante gli anni di scuola superiore, il cantiere divenne la mia colonia estiva, almeno finché non ultimai gli studi superiori. A quel punto…

Trascorso l’anno del servizio militare (peccato che i ragazzi d’oggi non debbano più imparare un po’ di sana disciplina) iniziai a muovere i primi importanti passi nel mondo del lavoro professionale.

Notai subito una certa difficoltà nel lavorare da dipendente in questo ambiente. Credici o no, il mondo dei cantieri non si può certo definire un salotto intellettuale. E spesso…

La preparazione tecnica ed il livello culturale medio lasciano un po’ a desiderare e talvolta toccano picchi davvero molto bassi. D’altronde è quasi comprensibile, chi si diplomava voleva starsene in ufficio.

Ho assistito a episodi davvero disgustosi in passato. E provo vergogna anche solo a raccontarli. In diverse occasioni, ho tentato di argomentare ai miei “superiori”…

La mia assoluta contrarietà di fronte a certe pratiche edili inefficaci … se non addirittura scorrette . Senza alcun risultato.

Tra l’altro, capii ben presto a mie spese che denigrare architetti, ingegneri e geometri, era un po’ lo sport nazional popolare di cantiere. Sembrava che il “puntiglio” (nei calcoli, nelle misure e nell’esecuzione dei lavori) desse parecchio fastidio.

Per non parlare poi di idee innovative. Così…

Stanco di lavorare in questo modo, assieme a mio padre e mio fratello aprimmo questa nuova, piccola e artigianale attività di lavorazioni esterne “sartoriali”.

Lo ricordo come se fosse ieri…

Era il 2005 e la crisi finanziaria cadde come un macigno sulla testa di molte persone, portando con sé una nuova orrenda tendenza.

Purtroppo…

Dal “costruire pensando al domani” si passò in breve tempo al “vivere alla giornata”. Nell’arco di qualche mese, quella che fino ad allora era stata una categoria artigiana “sopravvissuta” alla speculazione… si trasformò in un incubo.

I più astuti imprenditori cercarono la via della salvezza, sfoderando come arma di difesa quella dei “prezzi sempre più bassi”, iniziando a vendere prodotti e servizi di pessima fattura.

E sovente…

Anche prodotti NON adatti all’uso a cui in realtà erano destinati.

Ma fu grazie alla crescente disponibilità di “schiavi” cinesi (e non solo), che un prodotto da sempre su misura, si trasformò in un qualunque prodotto da discount.

E così…

Com’era già successo con le borse pregiate e autentiche (da migliaia di euro), irruppero prepotentemente anche nel nostro settore prodotti e servizi simili all’apparenza a quelli originali, ma inaffidabili ed a breve “scadenza”.

Com’era prevedibile…

Molte imprese approfittarono della situazione per dare vita ad una lunga serie di speculazioni selvagge che, di lì a poco, sarebbero apparse a grandi titoli sui giornali.

Materie prime scadenti e lavoratori sempre più inadeguati, divennero la “regola” per la sopravvivenza di moltissime aziende.

Opzione 1 .

Potevo arrendermi, gettare la spugna e decidere anch’io di adeguarmi al “sistema”. In fondo, bastava seppellire la testa sotto la sabbia ed ingaggiare “il cinese”.

Affidandogli il lavoro, avrei quasi certamente risolto il problema, perlomeno dal punto di vista economico.

Oppure…

Opzione 2.

Potevo accettare la sconfitta, pagarne le conseguenze economiche e sfruttare quella brutta disavventura per studiare un piano migliore per il futuro.

Avrei certamente perso la battaglia, uscendone però a testa alta.